La quotidianità di una città di provincia viene scossa dal ritrovamento del cadavere di una bambina di otto anni, uccisa e abbandonata in un fosso, nella campagna vicina. Una ragazzina che ne ha tredici uccide, invece, una sua compagna di scuola perché ha osato mettersi con il suo fidanzatino.
È così che i fatti di cronaca iniziano a rincorrersi, a lambire e poi a sconvolgere le vite dei protagonisti di questo romanzo, il privato dei quali, del resto, si annida ipocritamente tra malesseri, disagi psichici, violenze domestiche, bullismo adolescenziale, tradimenti. Il susseguirsi vorticoso di accadimenti e rivelazioni, unito a un’efficace caratterizzazione dei personaggi – oltre venti voci narranti che ci squadrano come i molteplici occhi di un solo perturbante insetto –, tiene alta la tensione narrativa, e accompagna il lettore verso un finale non consolatorio.
Il morboso accanimento mediatico verso i fatti di cronaca nera, la violenza tra i giovanissimi, l’incapacità degli adulti di essere pienamente responsabili delle proprie azioni entra nei nervi della scrittura di Eliselle e dei suoi personaggi con lucidità priva di sconti o indulgenze. Un ritratto del malessere di questo scorcio di provincia italiana, soffocata in una coltre di nebbia perenne, e dunque così avara di bellezza.
Un romanzo amaro, attualissimo, intinto nella pece.