Libri Fabrice Olivier Dubosc

Autore: Fabrice Olivier Dubosc

Sognare la terra. Il troll nell'Antropocene

Che cosa sceglieremo di fare una volta che la crisi pandemica sarà finita? Come sceglieremo di vivere? Qualunque sia la direzione, la tappa successiva del percorso certamente non ci troverà dove eravamo prima. Cosa dobbiamo imparare dal contagio per riappropriarci della nostra identità?

E ancora. Il troll nell’Antropocene: perché questo sottotitolo? In che modo la figura del troll entra nel discorso? Che significato assume oggi la figura di questo essere mitologico a un tempo umano e non umano? Dove si nasconde?

 

Dubosc ragiona sulla crisi manifesta di un modello di sviluppo sul quale incombe la svolta climatica, e lo fa in modo originale attraverso la lente della clinica, della psicologia, dell’antropologia e della filosofia, chiamando in causa la letteratura e il folklore; la psicopolitica e la cosmoecologia per mappare le radici del sovranismo e della paura, l’intolleranza e le politiche dell’inimicizia. Ed è qui che il troll/hater ricompare, sotto mentite spoglie nelle comunità virtuali, nella rete, per boicottare e paralizzare i processi comunicativi ma la sua natura paralizzante invade tutti gli ambiti della nostra vita, si esprime proprio nella tenace resistenza al cambiamento, affermando che un altro mondo è impossibile.

Dubosc entra poi nel vivo della crisi aperta dalla pandemia del Covid-19 dedicandogli un intero capitolo e affrontando l’evidenza dei sintomi psicosociali, la paura del contagio e l’epidemia psichica, la deriva del controllo securitario, la medicalizzazione radicale della vita e della morte.

 

La nostra epoca è segnata dalla parola “crisi”. Nessun aspetto è al riparo: lo Stato, l’Europa, le istituzioni, la giustizia, la scuola, il sistema sanitario, l’educazione, le famiglie.

Più che mai, allora, per riconnetterci al tessuto vivente al quale tutti noi apparteniamo, per riuscire a pensare in modo diverso l’avvenire non basta il pensiero critico, serve uno sforzo immaginativo, uno scatto in avanti dell’immaginazione.

D’ora in poi, “sognare la terra” diventa indispensabile per sfuggire alla morsa di un presente senza orizzonte.


Sognare la terra. Il troll nell'Antropocene